- "Figataaaa, bella zio, fai troppo bene, devi troppo fare la stagione te" (reazione degli under 25)
- "Sei fuori?!? Ma vai via tutta l’estate? Ma dove vai? Ma torni? Ma poi d’inverno? Ma poi se non ti pagano? Ma poi…" (reazione degli over 25)
In verità, non è nessuno dei due. L'animazione turistica è (o dovrebbe essere) un settore lavorativo come tutti gli altri, con le sue regole, le sue possibilità, i suoi pro e i suoi contro.
Per qualche motivo, invece, diventa un mondo a parte, comprensibile ed interpretabile solo da coloro che lo vivono ogni giorno, una specie di realtà a sé, con i suoi usi e costumi, i suoi linguaggi, le sue emozioni, come 'fare il militare' o 'la gente della notte', con il risultato che 'da fuori' non viene del tutto compreso, dà l’idea di essere oscuro e poco ortodosso, con ritmi strani e riti bizzarri.
Un esempio su tutti : succede spesso che quando cerchi di raccontare un aneddoto divertente o emozionante che ti è capitato 'in stagione' a qualcuno che è 'a casa', la reazione di quest’ultimo sia piuttosto freddina, come se stessi parlando un’altra lingua, come se la scala di valori fosse differente, come se facessi parte di un altro mondo.
E infatti.
Ma prima di addentrarci in questioni filosofiche sull'appartenenza al 'Mondo degli animatori turistici' vediamo quali sono le obiezioni che vi saranno presentate per mettervi in guardia e/o scongiurare la vostra partenza :
- E’ un lavoro stagionale, quindi non avrai un reddito fisso garantito per tutto l’anno.
- Se fai questo lavoro, devi sempre spostarti in giro per il mondo.
- In un lavoro stagionale non c’è possibilità di carriera.
- Le agenzie di animazione non sono serie e non pagano. Non fanno neanche i contratti. Ti mettono a dormire in uno scantinato buio con le blatte. Ti paghi il viaggio e le divise. E se ti fai male, non hai l’assicurazione.